Ieri sera in un momento di relax dopo la cena, avevo in braccio la mia bimba più piccola, Gaia, di un anno. Gabriele il mio secondogenito di 4 anni si è avvicinato a me e mi ha detto “Mamma, sai che vorrei tornare nella tua pancia per essere tutto avvolto da te?”.
Potete immaginare il mio stupore riguardo alla sua capacità di comunicare le sue emozioni. Quello che mi ha detto mi ha lasciato basita e mi ha fatto riflettere tutta la serata.
Ho aperto l’Erboristeria nel periodo in cui Gabri compiva 8 mesi, e questo mi assorbiva parecchie ore della giornata. La gestione del negozio mi assorbiva molte energie e nonostante cercassi di dare a Gabriele più attenzione possibile, non era mai a sufficienza per un bambino nato da pochi mesi. Con la nascita di Gaia, seppur con le dovute precauzioni, l’attenzione è stata più orientata verso la piccola.
Gabri ha sempre dimostrato di aver bisogno di continuo coinvolgimento, di continue dimostrazioni di affetto e soprattutto di contatto fisico. Gli piacciono i massaggini e i grattini sulla schiena, ma ancor di più i caldi abbracci di mamma papà e dei nonni.
Ecco cosa sarebbe successo se non avessi accolto la sua richiesta?
- Avrebbe cercato di attirare l’attenzione, magari pretendendo di essere preso in braccio,
- avrebbe iniziato a fare i capricci (per quanto io ritenga che i capricci non esistano, e siano solo una manifestazione del disagio del bambino, il quale non riesce ad esprimere a parole le sue emozioni e non si sente ascoltato)
Immagino quanti di voi si siano trovati in una situazione simile.
Ora vi presento il metodo intuitivo che ho utilizzato per evitare che nascesse una situazione altamente stressante e difficile da gestire.
Passo 1: Ho preparato un giochino che potesse intrattenere Gaia per qualche minuto (naturalmente sempre sotto il mio sguardo)
Passo 2: Ho indossato una maglia abbastanza larga e Gabri vi si è infilato dentro, con la sua testa appoggiata sul mio petto, pancia contro pancia.
Passo 3: Siamo rimasti così per qualche minuto, sentendo il nostro calore.
Passo 4: Ho sussurrato parole dolci mentre sentivo la sua muscolatura rilassarsi completamente.
Risultato…
Gabriele è uscito dal suo “rifugio”, mi ha dato 2 bacini ed è andato a giocare tranquillamente in camera sua.
Aveva bisogno di una “ricarica d’amore”, di capire quanto anche lui è importante per la sua mamma.
Quello che ti posso suggerire è di ascoltare i bisogni del tuo bambino, percepire le sue emozioni. E agire in tempi brevi: i bimbi hanno bisogno subito di essere rassicurati, l’attesa genera ansia.